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Influencer e diritto penale: una nuova strategia
Nell’era delle piattaforme digitali, il confine tra persona e personaggio pubblico si fa sottile. Per un influencer accusato di un reato, il processo non si svolge solo davanti a un giudice, ma anche sul palcoscenico del web, dove la reputazione può crollare in poche ore. La difesa penale tradizionale non basta più: occorre una strategia che protegga sia l’imputato sia il suo valore commerciale.
Il caso Ferragni-Balocco: un paradigma giuridico e mediatico
Nel dicembre 2023, Chiara Ferragni è stata coinvolta in un’indagine per presunta truffa aggravata legata a una campagna benefica con Balocco. Sebbene la questione sia ancora oggetto di accertamento giudiziario, la sola diffusione della notizia ha generato un crollo immediato della fiducia dei follower, con effetti devastanti sul piano economico.
Questo dimostra che, nel contesto digitale, la sanzione sociale può anticipare quella giudiziaria.
Piattaforme digitali e fiducia sistemica
Le piattaforme social (Instagram, TikTok, YouTube) funzionano secondo logiche di connessione e coerenza. Ogni anello della rete – utente, contenuto, brand – deve apparire coerente con il resto del sistema.
Quando un influencer rompe il patto di fiducia, viene rapidamente “disconnesso” dalla community. Like, commenti e interazioni calano. I brand si dissociano. Il capitale reputazionale si azzera.
Tutto ciò avviene prima del processo.
Sanzioni informali e reputazione: il nuovo volto del giudizio
Nel diritto penale classico, la sanzione segue una sentenza. Oggi, invece, la “sentenza” arriva dai follower, in tempo reale. Basta un sospetto, un titolo di giornale, un’inchiesta in corso.
I meccanismi social diventano strumenti di giudizio collettivo: like, unfollow, commenti indignati. Si tratta di sanzioni informali, ma reali e potentissime.
Il penalista non può ignorare queste dinamiche. Deve agire subito, anche fuori dall’aula di giustizia.
La doppia strategia della difesa: tecnica e comunicazione
La difesa dell’influencer deve agire su due piani distinti:
- Comunità processuale: dove vigono le regole del codice penale.
- Comunità digitale: dove contano reputazione, credibilità e fiducia.
Il penalista difende la persona, ma deve anche salvaguardare il valore economico del “prodotto influencer”. Per farlo, serve una strategia comunicativa integrata, spesso in sinergia con esperti di social media e crisis management.
Esempio pratico
Nel caso Ferragni, un video pubblicato tre giorni dopo la sanzione AGCM ha annunciato la donazione di 1 milione di euro. Se da un lato ha potuto giovare alla difesa penale (buona fede, attenuanti, etc), dall’altro ha avuto effetti negativi sul fronte reputazionale, perché percepito come poco empatico.
Coerenza e obiettivi: le nuove priorità difensive
Una difesa efficace non può basarsi solo sulla legge. Deve partire dagli obiettivi comunicativi, per poi scegliere i mezzi giuridici più adeguati.
Occorre trovare un punto d’equilibrio tra:
- dimostrare l’innocenza;
- contenere i danni reputazionali;
- salvare il valore del brand personale.
Solo la coerenza tra immagine pubblica, comportamento e linea difensiva può ricostruire la fiducia persa.
Se sei un influencer o rappresenti un brand coinvolto in un’indagine o in una controversia mediatica, non sottovalutare il rischio reputazionale.
Ogni caso va valutato con attenzione: la consulenza consiste nell’analisi della posizione, nella definizione degli obiettivi comunicativi e nella costruzione di una strategia integrata, tecnica e comunicativa.
Conclusioni: una nuova difesa per una nuova società
Il diritto penale non è più sufficiente se non viene affiancato da strategie comunicative mirate. Oggi la reputazione si brucia più in fretta di quanto il processo possa concludersi.
L’avvocato dell’influencer deve perciò diventare anche mediatore, tra la persona e la sua immagine pubblica. Tra innocenza e credibilità.